Consonanza
Le figure retoriche di suono sono figure retoriche che si riferiscono all'aspetto fonico-ritmico delle parole, esse "giocano" sulla musicalità delle parole e sul ritmo che alcune parole, accostate insieme in un sintagma o in una frase, possono produrre.
Come si realizza una figura retorica di suono o fonetica?
Le figure retoriche di suono si realizzano attraverso le ripetizioni e la variazioni di suoni che accostati tra loro creano una certa musicalità e, attraverso essa, concorrono a potenziare il significato della poesia attraverso il significante (significante=parola)
Lo scopo di utilizzo delle figure retoriche di suono, dunque, è quello di trasmettere attraverso la cadenza, la musicalità della frase un maggiore effetto comunicativo che va oltre le parole e che risulta, proprio per questo meno immediato, ma più suggestivo, in quanto non parla immediatamente alla nostra razionalità, ma alla parte più intima ed istintiva del nostro sentire.
Molte sono le figure retoriche di suono, tra le più ricorrenti:
- Allitterazione
- Assonanza
- Consonanza
- Onomatopèa
Di seguito riportiamo per ciascuna figura retorica di suono trattata la definizione e degli esempi tratti dai maggiori autori della nostra letteratura.
La consonanza
Con il termine consonanza si indica una delle più comuni figure retoriche di suono. La consonanza si contrappone in qualche modo all'assonanza perché
la consonanza è l'identità delle consonanti della parte finale di due o più parole, a partire dalla vocale tonica, mentre l'assonanza è l'identità delle sole vocali.
Il termine consonanza deriva dal latino consonare
Anche la consonanza, come l'assonanza, è detta rima imperfetta perché non c'è identità di tutto il finale di parola, ma solo delle consonanti
Esempi di consonanza
vènto-cànto
pàdre-leggiàdro
travaglio/abbaglia/meraviglia/ muraglia/bottiglia (Montale, Merriggiare pallido e assorto)
social